PROGETTO

L’indagine sulle condizioni abitative della terza età a Bologna e provincia

Un progetto della Fondazione del Monte in collaborazione con SCS Consulting e SWG

Bologna, 15 ottobre 2025 – La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con SCS Consulting e SWG, presenta i risultati dell’indagine ‘Casa, dolce casa?’ – condotta da Gianluigi Bovini, statistico e demografo – sulle esigenze abitative della popolazione over 59 nella Città metropolitana di Bologna, in risposta all’invecchiamento crescente della popolazione e alle sfide abitative emergenti.

Il XXI secolo sarà il secolo della longevità. Oggi, nella città metropolitana di Bologna quasi un cittadino su tre ha più di 59 anni. Lo scenario mediano delle previsioni demografiche Istat, disponibile per questo territorio fino al 1° gennaio 2050, evidenzia che tra venticinque anni gli over 59 potrebbero essere 412.656 (203.178 tra 60 e 74 anni e 209.478 sopra i 74) e la loro incidenza sul totale della popolazione salirebbe al 38,8%. Rispetto al 1° gennaio 2025 l’aumento di questo contingente sarebbe pari a 83.876 persone (14.148 in più tra 60 e 74 anni e 69.728 in più in età superiore a 74 anni).

Grazie a questa lunga durata della vita media il numero delle persone che entrano a fare parte della terza e quarta età aumenta sensibilmente in termini assoluti e si accentua anche il peso relativo di queste fasce sul totale dei residenti, a causa della contemporanea forte riduzione dei giovani.

È quindi importante essere consapevoli che, se oggi circa un cittadino metropolitano su tre si trova in questo contingente, tra venticinque anni nel territorio metropolitano bolognese tale condizione potrebbe riguardare quasi quattro persone ogni dieci. Aumenterebbe in particolare la presenza assoluta delle persone nella quarta età (74 anni e più), con un aumento dell’incidenza relativa dal 13,7% al 19,7% del totale dei residenti nella città metropolitana di Bologna, stimati a quella data pari a 1.063.534.

Le conseguenze di questa evoluzione demografica sul mercato abitativo metropolitano sono di grande rilievo, tenuto conto anche dei dati relativi alla composizione dei nuclei familiari in questa fase della vita, che nella larga maggioranza dei casi sono formati da due persone o da un individuo che occupa da solo la propria abitazione. In altre parole, una situazione di potenziale solitudine abitativa riguarda ampie frazioni di anziani.

Già oggi, nella città metropolitana di Bologna il 35% del patrimonio abitativo è occupato da persone residenti, con all’interno degli alloggi la presenza sistematica solo di una o due persone con più di 59 anni; tra due decenni tale incidenza potrebbe salire a oltre il 40% degli appartamenti a disposizione dei cittadini metropolitani.

Sulla base di tali elementi appare importante indagare la condizione abitativa delle persone anziane, con particolare riferimento ad alcune situazioni strutturali dei fabbricati e delle abitazioni che possono incidere in maniera decisiva sulla qualità della vita. Molte ricerche evidenziano infatti che uno dei determinanti decisivi di una buona condizione di salute fisica e psichica è vivere in un contesto residenziale e in un alloggio adeguati ai bisogni e ai desideri delle diverse fasi della vita. Nella società della longevità del XXI secolo il desiderio oggi largamente prevalente tra le persone in età superiore a 59 anni «voglio vivere il più a lungo possibile nell’abitazione in cui mi trovo» dovrebbe essere declinato: «Voglio vivere il più a lungo possibile in un’abitazione adeguata alle mie esigenze, per attraversare in buone condizioni di salute fisica e psichica la terza e quarta età della vita».


11: Città e comunità sostenibili

Un progetto della Fondazione del Monte in collaborazione con SCS Consulting e SWG

Bologna, 15 ottobre 2025 – La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con SCS Consulting e SWG, presenta i risultati dell’indagine ‘Casa, dolce casa?’ – condotta da Gianluigi Bovini, statistico e demografo – sulle esigenze abitative della popolazione over 59 nella Città metropolitana di Bologna, in risposta all’invecchiamento crescente della popolazione e alle sfide abitative emergenti.

Il XXI secolo sarà il secolo della longevità. Oggi, nella città metropolitana di Bologna quasi un cittadino su tre ha più di 59 anni. Lo scenario mediano delle previsioni demografiche Istat, disponibile per questo territorio fino al 1° gennaio 2050, evidenzia che tra venticinque anni gli over 59 potrebbero essere 412.656 (203.178 tra 60 e 74 anni e 209.478 sopra i 74) e la loro incidenza sul totale della popolazione salirebbe al 38,8%. Rispetto al 1° gennaio 2025 l’aumento di questo contingente sarebbe pari a 83.876 persone (14.148 in più tra 60 e 74 anni e 69.728 in più in età superiore a 74 anni).

Grazie a questa lunga durata della vita media il numero delle persone che entrano a fare parte della terza e quarta età aumenta sensibilmente in termini assoluti e si accentua anche il peso relativo di queste fasce sul totale dei residenti, a causa della contemporanea forte riduzione dei giovani.

È quindi importante essere consapevoli che, se oggi circa un cittadino metropolitano su tre si trova in questo contingente, tra venticinque anni nel territorio metropolitano bolognese tale condizione potrebbe riguardare quasi quattro persone ogni dieci. Aumenterebbe in particolare la presenza assoluta delle persone nella quarta età (74 anni e più), con un aumento dell’incidenza relativa dal 13,7% al 19,7% del totale dei residenti nella città metropolitana di Bologna, stimati a quella data pari a 1.063.534.

Le conseguenze di questa evoluzione demografica sul mercato abitativo metropolitano sono di grande rilievo, tenuto conto anche dei dati relativi alla composizione dei nuclei familiari in questa fase della vita, che nella larga maggioranza dei casi sono formati da due persone o da un individuo che occupa da solo la propria abitazione. In altre parole, una situazione di potenziale solitudine abitativa riguarda ampie frazioni di anziani.

Già oggi, nella città metropolitana di Bologna il 35% del patrimonio abitativo è occupato da persone residenti, con all’interno degli alloggi la presenza sistematica solo di una o due persone con più di 59 anni; tra due decenni tale incidenza potrebbe salire a oltre il 40% degli appartamenti a disposizione dei cittadini metropolitani.

Sulla base di tali elementi appare importante indagare la condizione abitativa delle persone anziane, con particolare riferimento ad alcune situazioni strutturali dei fabbricati e delle abitazioni che possono incidere in maniera decisiva sulla qualità della vita. Molte ricerche evidenziano infatti che uno dei determinanti decisivi di una buona condizione di salute fisica e psichica è vivere in un contesto residenziale e in un alloggio adeguati ai bisogni e ai desideri delle diverse fasi della vita. Nella società della longevità del XXI secolo il desiderio oggi largamente prevalente tra le persone in età superiore a 59 anni «voglio vivere il più a lungo possibile nell’abitazione in cui mi trovo» dovrebbe essere declinato: «Voglio vivere il più a lungo possibile in un’abitazione adeguata alle mie esigenze, per attraversare in buone condizioni di salute fisica e psichica la terza e quarta età della vita».