PROGRAMMA

ASPIRA | Ambiente, Sostenibilità, Partecipazione, Interconnessioni, Reti, Appennini

Aspirare.

Trarre a sé l’aria, immettendola nei polmoni mediante il movimento d’inspirazione. Desiderare di raggiungere, cercare di conseguire qualche cosa.

In linea con l’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 “Città e comunità sostenibili”, la Fondazione ha attivato un percorso d’investimento dedicato allo sviluppo sociale ed economico delle Aree Interne e degli Appennini. Attraverso un lento processo di ascolto e condivisione degli intenti con i principali attori in campo, sono stati individuati gli approcci metodologici, dai quali si attiveranno due direttrici d’intervento sul tema, una dedicata al sostegno di progetti specifici e una dedicata alla riattivazione in chiave educativa di un vivaio di proprietà regionale.

Anzitutto è bene considerare che l’approccio adottato è quello che considera il territorio come un unicum, senza distinzioni tra centro e periferia, valorizzando invece le caratteristiche di ogni luogo e le interconnessioni tra le differenti aree del territorio, nella consapevolezza che o si cresce assieme, o non si cresce. Alla base degli interventi che verranno finanziati c’è anche la creazione di solide reti di comunità e la valorizzazione di un approccio partecipativo basato, ancora una volta, sulla co-progettazione.

L’intera linea è stata chiamata “Programma” per sottolineare che non si tratta di un unico progetto, ma di una serie di iniziative coordinate, co-progettate e co-gestite che vedono la Fondazione in prima linea nel loro coordinamento, in un sistema di piena condivisione di intenti con gli attori territoriali. 

Un percorso che mette al centro le persone, le comunità e i territori, attivando due direttrici di intervento.

Formazione e lavoro per le giovani generazioni

Progetti dedicati all’orientamento e alla formazione professionale, in particolare per gli studenti e le studentesse degli istituti agrari, con attenzione ai settori della sostenibilità ambientale, del welfare e del lavoro di cura. L’obiettivo è offrire concrete opportunità occupazionali nei territori stessi in cui vivono i giovani.

Valorizzazione delle risorse e delle competenze locali

Iniziative volte a rafforzare la capability dei territori, promuovere l’integrazione sociale dei cittadini di origine straniera e sostenere lo sviluppo di nuove competenze e attività economiche locali, attraverso modelli di sviluppo inclusivi e partecipativi.

I progetti coinvolti seguono diverse linee tematiche: formazione e orientamento; riurbanizzazione, integrazione e inserimento lavorativo; welfare familiare; valorizzazione competenze territorio; attivazione d’impresa.

Accademia Nazionale di Agricoltura
ATTIVITA’ FORMATIVE E DI ORIENTAMENTO PER LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DELL’APPENNINO

Il progetto si propone di organizzare corsi formativi e di orientamento dedicati a studenti e studentesse dell’Istituto Superiore “Arrigo Serpieri” e del Liceo Scientifico “Righi” di Bologna, organizzati in ore di lezioni teoriche e di esercitazioni pratiche in campo. I corsi mirano a fornire ai ragazzi che si avviano alla conclusione del loro percorso scolastico, gli strumenti per operare una scelta professionale consapevole, nell’ottica di un futuro lavorativo che possa riflettersi positivamente sullo sviluppo delle comunità locali. Il fine ultimo del progetto è quello, dunque, di catalizzare le capacità, la passione e lo spirito d’innovazione delle giovani generazioni verso un territorio che ha subito e continua a subire la vessazione della dimenticanza e dello spopolamento, ma che al contempo custodisce enormi potenzialità di crescita, mestieri artigiani da tramandare, antiche colture da recuperare, beni materiali e immateriali da valorizzare.

I temi dei corsi saranno:

  • Gestione del castagneto e sua realtà produttiva;
  • Contrasto all’erosione e interventi di ingegneria naturalistica;
  • Organizzazione e gestione del bosco: linee di azione del nuovo TUFF. Il contributo degli alberi nell’assorbimento della CO2;
  • Allevamenti zootecnici, benessere animale, filiere lattiero-casearie;
  • Coltivazione, produzione e tecniche di estrazione delle piante officinali;
  • L’arenaria e l’antica arte della lavorazione della pietra;
  • Il suolo e le sue caratteristiche chimico-fisiche e biologiche;
  • Lettura ed elaborazione dati territoriali mediante GIS.
  • Creazione database georeferenziati
  • La realtà socio-economica dell’agricoltura

L’obiettivo dei Corsi è quindi di offrire concrete opportunità di conoscenza teorica e pratica nell’ottica di un possibile lavoro futuro che si rifletta positivamente sulla crescita socio-economica delle realtà locali che l’Appennino

Cartiera

Cartiera è un laboratorio di moda etica specializzato nella produzione di articoli di pelletteria di alta qualità e a basso impatto ambientale, la cui attività più significativa è l’inserimento lavorativo di persone richiedenti asilo.

In questi anni Cartiera ha assunto anche un ruolo importante di collettore sociale. Infatti, l’intera produzione è situata a Lama di Reno (Comune di Marzabotto), area nella quale si è verificato un fenomeno di deurbanizzazione dovuto alla chiusura, a partire dal 2006, di un’importante fabbrica di carta e derivati che aveva sostenuto l’economia della zona per anni. Grazie alla sua presenza in loco, Cartiera ha riportato al centro dell’attenzione quella porzione di territorio, svolgendo dunque una funzione fondamentale di rivitalizzazione della microeconomia della zona.

Grazie al progetto finanziato nell’anno 2022 sono stati attivati 4 tirocini di cui uno dedicato a una donna invalida e disoccupata over 50 residente nel territorio appenninico, uno per una donna vittima di tratta e uno per una persona in grave disagio psicologico. Inoltre, sono state avviate al lavoro 6 persone (3 figure in apprendistato, 2 a tempo determinato e 1 a tempo indeterminato).

ACLI – Circolo Culturale Marco Biagi
AffianCARE: giovani in formAZIONE

L’esperienza e gli esiti positivi precedenti sono la base del nuovo progetto, focalizzato sulla formazione, orientamento e tutoring nell’ambito del lavoro domestico. Il progetto si rivolge ai giovani residenti dell’area dell’Appennino Bolognese, in particolare di Alto Reno Terme, Porretta Terme e Vergato. Tutte le attività saranno potenziate dalla partecipazione di tutor under35, intercettati anche tra i beneficiari dello scorso progetto, coinvolti in itinere e successivamente per verificare l’occupazione giovanile in chiave peer 2 peer. L’iniziativa prevede l’erogazione di voucher destinati alle famiglie e volti a coprire i costi di assunzione. Attraverso le attività, intendiamo raggiungere risultati sostenibili nel tempo, incentivando lo sviluppo locale a partire dal protagonismo dei giovani, i quali potranno generare nuove opportunità di welfare, anche formalizzate e costruite in rete per offrire servizi di cura qualificati.

Il progetto si pone diversi obiettivi: promuovere lo sviluppo locale del contesto dell’Appennino, attraverso attività di formazione e orientamento all’inserimento lavorativo nel lavoro domestico, anche in forme innovative; incentivare il protagonismo delle nuove generazioni, nell’apprendere strumenti e competenze altamente qualificate in questo settore, e nel tutoring dei giovani beneficiari; offrire e promuovere nuove professionalità specifiche che possano rispondere ai bisogni delle comunità e territori coinvolti; valorizzare le risorse, i servizi e le opportunità che il territorio mette a disposizione, generando nuovi posti di lavoro e con alto valore sociale sul territorio. Sostenere le famiglie tramite l’erogazione di voucher per coprire i costi di assunzione. Ogni obiettivo è identificato con un impatto sui beneficiari diretti, sulle famiglie, sulla comunità e sul territorio, per implementare una progettualità in ottica win-win e dove tutti vincono.


Parco Museale della Val di Zena
rEstate in Val di Zena – Campi estivi e creatività sociale

Il progetto prevede 8 moduli settimanali che si realizzeranno presso la Scuolina di Botteghino di Zocca (Pianoro), da giugno a settembre, per bambine/i 4-12 anni (circa 15 partecipanti a settimana, con eventuali borse gratuite riservate a famiglie fragili), articolati in laboratori artistici, scientifici e outdoor dedicati a resilienza, identità culturale e tutela ambientale. Il progetto mira a valorizzare l’immobile comunale concesso gratuitamente, a consolidare la rete di partner territoriali, in linea con gli SDGs 4-10-11-13, offrendo a circa 50 bambine/i esperienze capaci di rafforzare le competenze creative e relazionali, oltre all’attaccamento responsabile alla Val di Zena. Iniziativa che al contempo garantisce la crescita creativa e sociale di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, rafforzando il senso di comunità e promuovendo l’inclusione, la partecipazione attiva e la sensibilizzazione alla tutela ambientale. Attraverso laboratori artistici, scientifici e relazionali, si intende sviluppare competenze espressive, manuali e collaborative, stimolando la resilienza e la capacità di trasformare le difficoltà in opportunità. Le attività, accessibili anche a minori con disabilità o provenienti da contesti fragili, mirano a contrastare lo spopolamento della valle, sostenere le famiglie e rigenerare il tessuto sociale locale. L’obiettivo finale è generare legami duraturi tra persone e territorio, offrendo prospettive di futuro e strumenti per affrontare le sfide ambientali e sociali con creatività e consapevolezza.


Compagnia della Venere
TRASPARENTI

Il progetto propone un laboratorio di teatro agli studenti dell’IC di Vado – Monzuno, in particolare alla scuola secondaria di primo grado. Durante il laboratorio verranno trasmessi gli elementi base della pratica teatrale, affiancando il confronto diretto sul tema del bullismo e del cyberbullismo al fine di evitare fenomeni come l’abbandono scolastico. Alla fine verranno prodotte delle performance teatrali che nasceranno da un percorso creativo tra la costruzione di un testo e le improvvisazioni sceniche. Il percorso nella sua totalità mira al raggiungimento di una consapevolezza adeguata non solo dal punto di vista artistico ma anche e soprattutto umano, affrontando le tematiche attraverso la riflessione e il gioco del teatro. Il progetto si pone diversi obiettivi su vari livelli: supporto nella gestione delle proprie emozioni, nello sviluppo della propria identità, vissuta anche attraverso l’uso consapevole del corpo e della voce; favorire la sperimentazione di nuove dinamiche di rapporti interpersonali nel luogo neutro e libero del palcoscenico, attraverso il gioco scenico; favorire la gestione consapevole della propria immagine e di come questa viene recepita dagli altri; rendere il gruppo un compagno di viaggio, specchio e scoperta delle proprie singolarità, affinché si crei una complicità e una apertura alle differenze di tutti i componenti; sviluppare competenza e empowerment e aiutare a non percepire l’ambiente scolastico come un luogo ostile e competitivo; arginare il fenomeno del bullismo nelle scuole, prevenendo la dispersione scolastica; promuovere l’inclusione; migliorare la socializzazione; creare un senso di comunità nel territorio, coinvolgendo tutta la cittadinanza.

Bottega Bologna di musica e comunicazione
Scuola di ecologia politica in montagna

La Scuola di Ecologia Politica in Montagna è un collettore di studio specialistico e di ricerca-azione ambientato sull’Appennino Bolognese. Una classe selezionata di studiosi, funzionari pubblici professionisti si avvicinano così all’ecologia politica, una disciplina multi-sfaccettata che intreccia fattori economici, sociali e culturali ai fenomeni ambientali, per interrogarsi e interrogare il decisore pubblico su come incidere positivamente sulla crisi ecologica.

L’edizione 2025 sviluppa le proprie attività di formazione e il progetto di ricerca annuale frutto delle istanze espresse dal territorio attorno al tema CASA/ABITARE. La Scuola mette a disposizione le competenze dei suoi partecipanti per elaborare proposte che supportino le amministrazioni nella definizione e implementazione di nuove azioni e politiche, per fronteggiare in modo più consapevole le complesse sfide della contemporaneità. Il progetto ha come obiettivo portare ogni anno in Appennino un nuovo set di conoscenze e competenze frutto delle principali ricerche, esperienze e politiche a livello inter-nazionale rispetto all’ecologia politica e alle discipline che ne compongono la visione olistica. Queste visioni spesso non sono note alle piccole comunità e alle amministrazioni delle Aree Interne, che invece talvolta si rivelano veri e propri “laboratori a cielo aperto” di buone pratiche. La Scuola negli anni è diventata un nodo cruciale a livello sovralocale per la diffusione di questi saperi, ma soprattutto ri-elabora annualmente sul territorio teorie e pratiche a beneficio di tutti i livelli della società civile, dagli amministratori, ai funzionari, alla comunità residente (che partecipa alle iniziative pubbliche presenti in programma), e sono coinvolti nella definizione e nell’implementazione dei progetti di ricerca, con l’obiettivo sul lungo termine di stabilizzare azioni e politiche innovative.

Parrocchia San Paolo di Oliveto
Torre biblioteca

Il progetto intende realizzare una serie di attività volte a tutelare e promuovere la custodia di un fondo librario della Piccola Famiglia dell’Annunziata, comunità monastica fondata da Giuseppe Dossetti, consistente in un patrimonio di circa 4.000 volumi che fanno riferimento a diverse religioni, attualmente stoccati in scatole e non catalogati. Tale operazione, che mira all’avvio della consultazione e prestito al pubblico, necessita da un lato di una significativa operazione catalografica per favorire l’accessibilità al fondo a differenti fasce di destinatari e dall’altro dell’allestimento di idonee librerie atte ad accogliere e facilitare la conservazione e l’immediata accessibilità ai testi. Il progetto intende valorizzare lo spazio recentemente restaurato all’interno della Torre Campanaria di Oliveto del XI sec., che riprende vigore in un borgo animato da iniziative culturali, spirituali ed immerso in un contesto paesaggistico che favorisce la prossimità e la contemplazione che ben si presta a superare i confini murari per divenire intervento culturale per la comunità più ampia e diffusa. Diverse le attività in programma: compilazione del catalogo di biblioteca, in previsione di un’adesione al più ampio catalogo SBN del polo bolognese, attraverso l’applicazione del metodo di Classificazione Decimale Dewey, per aprire il ventaglio dei beneficiari anche a laici, studenti e studiosi; allestimento di uno spazio dedicato allo studio, al prestito e alla consultazione di testi inerenti le seguenti classi: Religione, Scienze Sociali, Linguaggio, Tecnologia, Le Arti Belle e Decorative, Storia e Geografia; condivisione di opportunità culturali che, dalla Torre, si aprono al territorio, soprattutto alle scuole di ogni ordine e grado, per rilanciare -con eventi, conferenze e incontri tematici- temi cari a Don Giuseppe Dossetti: interreligiosità, valori costituzionali e legalità.

Bio-Distretto dell’Appennino Bolognese

Interventi diretti rivolti a giovani imprese agricole, di trasformazione e ristorazione, con sede nell’Appennino Bolognese, tesi a costruire una rete di conoscenza e scambio senza intermediari.

Il Progetto ha come obiettivo principale lo sviluppo e l’ampliamento del Biodistretto dell’Appennino Bolognese mediante la cantierizzazione di progetti sperimentali, in particolare rivolti a giovani imprese, tesi a costruire una rete di conoscenza e scambio. Il fine ultimo è quello di creare una rete di relazioni e collaborazioni che possa essere volano di interesse pubblico per la produzione bio con sede in Appennino.

In particolare, il progetto vedrà lo svolgersi delle seguenti attività: mappatura delle produzioni esistenti e di quelle potenziali; rafforzamento delle relazioni tra associati mediante la creazione di una piattaforma digitale di interscambio di beni e servizi; sviluppo e consolidamento delle relazioni commerciali, culturali e relazionali con il territorio e i fruitori dei prodotti dell’Appennino, presenti o potenziali, mediante l’ampliamento della piattaforma.

Dopo una prima fase di censimento delle aziende bio in Appennini, l’iniziativa prevede interventi tesi a costruire una rete di conoscenza e scambio senza intermediari di prodotti e servizi dell’Appennino Bolognese al fine di rafforzare la filiera agroalimentare locale.

Obiettivo centrale è rendere stabile e programmabile la distribuzione dei prodotti locali, promuovendo la cooperazione tra agricoltori, artigiani, ristoratori e rivendite. Il progetto porterà benefici in termini di sostenibilità economica e ambientale, rafforzamento delle relazioni tra i produttori, valorizzazione delle risorse territoriali e maggiore accessibilità dei cittadini ai prodotti dell’Appennino.


Università di Bologna
ATTIVITA’ FORMATIVE E DI ORIENTAMENTO PER LO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DELL’APPENNINO LA FRANA DI CA’ DI SOTTO DOPO LA RIATTIVAZIONE DI OTTOBRE 2023: CONDIZIONI DI STABILITA’, SCENARI EVOLUTIVI, MITIGAZIONE DEL RISCHIO

La frana di Cà di Sotto (San Benedetto Val di Sambro, BO) è un tipico esempio di frana per colata in terra. Le colate in terra costituiscono la forma di dissesto più diffusa nell’Appennino Emiliano, soprattutto nei versanti a dominante argillosa. Una caratteristica distintiva di questi fenomeni è il loro comportamento intermittente nel tempo.

Durante la fase di quiescenza, le colate in terra si muovono molto lentamente, con velocità dell’ordine di pochi millimetri o centimetri all’anno. Questa fase può persistere per decenni o secoli, e durante questi lunghi periodi è spesso possibile convivere con il fenomeno, pur in presenza di deformazioni progressive. Tuttavia, in seguito a precipitazioni intense o prolungate, le colate possono subire improvvise accelerazioni. Nella cosiddetta fase di riattivazione, la velocità del movimento può aumentare drasticamente, raggiungendo metri al giorno o perfino metri all’ora, con conseguenze gravi per edifici, infrastrutture e opere idrauliche.

La frana di Cà di Sotto si è riattivata due volte negli ultimi trent’anni, un comportamento purtroppo comune in questi contesti. Ogni riattivazione tende a produrre nuove scarpate e ripidi fronti di frana nell’area di testa, aumentando il rischio di nuovi inneschi e di propagazione verso valle. Per questo motivo, dopo ogni evento parossistico è fondamentale eseguire rilievi dettagliati, avviare un monitoraggio continuo e analizzare con attenzione l’evoluzione dell’area sorgente e delle possibili zone di alimentazione laterale. Queste attività permettono di individuare tempestivamente segnali di peggioramento della stabilità e di progettare efficaci misure di mitigazione del rischio.

 

Obiettivi

L’obiettivo principale della ricerca è valutare le condizioni di stabilità della frana di Cà di Sotto in seguito alla riattivazione parossistica avvenuta nell’ottobre 2023. Attualmente, i dati registrati dalla strumentazione installata sul corpo di frana non evidenziano movimenti significativi. Tuttavia, la maggior parte dei dispositivi, in particolare i prismi della stazione totale e le stazioni GPS fisse, è concentrata nella porzione medio-bassa della colata, lasciando scoperta l’area di coronamento.

L’assenza di misure dirette nella zona sommitale rende difficile una valutazione accurata dell’evoluzione delle scarpate e delle aree retrostanti. Inoltre, durante la fase emergenziale non è stato possibile eseguire rilievi geomeccanici di dettaglio nella nicchia di distacco né condurre analisi di stabilità nella parte alta del versante.

Il progetto di ricerca intende colmare queste lacune, al fine di ottenere una visione più completa e integrata del fenomeno franoso. Lo scopo finale è formulare ipotesi sugli scenari evolutivi del versante nel medio termine e individuare eventuali interventi, sia strutturali sia di tipo gestionale, per ridurre il rischio connesso a una futura riattivazione. La complessità intrinseca di questi fenomeni, unita alle dimensioni della frana, introduce un elevato grado di incertezza nei risultati attesi.

Ciononostante, si ritiene essenziale adottare un approccio rigoroso e sistematico, perseguendo ogni possibile linea d’azione per affrontare il problema in modo efficace e consapevole.

 

Attività

Il progetto di ricerca si articola in un anno di lavoro e prevede le attività di seguito descritte.

A1) Rilievo topografico di dettaglio della zona di coronamento

Il rilievo sarà eseguito tramite drone con riprese oblique, in modo da ricostruire in dettaglio la morfologia delle scarpate nella zona di coronamento. Si valuterà le necessità di utilizzare un drone con sensore LIDAR in caso la vegetazione risultasse troppo densa per un rilievo fotogrammetrico.

A2) Rilievi geomeccanici delle scarpate

In corrispondenza delle scarpate di frana, sarà eseguito un numero significativo di stazioni di rilievo geomeccanico. In ogni stazione sarà determinata la natura litologica della roccia, lo stato di fratturazione, le condizioni di alterazione e la presenza di flusso. I dati consentiranno di stimare le caratteristiche di resistenza al taglio dell’ammasso roccioso funzionali per le analisi di stabilità.

A3) Indagini geofisiche a monte delle scarpate di distacco

Sui versanti posti a monte delle scarpate di distacco verrà condotta una campagna geofisica integrata, mediante l’utilizzo combinato di prove MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves) e analisi H/V (rapporto spettrale tra componenti orizzontali e verticali del rumore sismico). L’obiettivo delle indagini è stimare la rigidezza sismica dell’ammasso roccioso, al fine di ottenere informazioni aggiuntive sulle zone potenzialmente instabili. Pur non esistendo una correlazione diretta tra rigidezza e condizioni di stabilità, la velocità delle onde di taglio (Vs) può fornire indicazioni indirette sul grado di fratturazione, detensionamento e alterazione del substrato roccioso.

A4) Analisi di stabilità e definizione degli scenari evolutivi

I dati acquisiti saranno utilizzati per la ricostruzione di un modello geologico-tecnico di dettaglio dell’area indagata. Su tale base saranno eseguite analisi di stabilità, con particolare attenzione alla zona di innesco, allo scopo di individuare i settori maggiormente instabili e stimare i volumi potenzialmente mobilizzabili. Poiché la dinamica della frana è strettamente legata alla stabilità dell’area di coronamento e ai movimenti nella nicchia di distacco, le analisi si concentreranno su tali porzioni del versante. Le verifiche verranno condotte inizialmente con metodi all’equilibrio limite e, qualora la definizione del modello geologico lo consenta, anche mediante modellazione numerica.

L’insieme delle analisi permetterà infine di delineare i possibili scenari evolutivi del dissesto, fornendo un supporto fondamentale alla pianificazione di eventuali interventi di mitigazione.

A5) Ipotesi di interventi per la mitigazione del rischio

Al termine del progetto, l’insieme delle informazioni raccolte dovrebbe consentire un sensibile avanzamento nella comprensione del fenomeno franoso. L’auspicio è che tale incremento di conoscenza permetta di individuare soluzioni efficaci per la mitigazione del rischio. Le ipotesi d’intervento potranno comprendere misure di tipo diretto, come opere di regimazione idraulica e drenaggio superficiale, oppure interventi indiretti, quali sistemi di monitoraggio strumentale e allertamento precoce. In ogni caso, per ciascuna misura proposta sarà valutata con attenzione la fattibilità tecnica, economica e gestionale, tenendo conto della complessità del dissesto e delle forze in gioco.

OBIETTIVI AGENDA 2030


RICONOSCIMENTI


TERRITORI INTERESSATI

Appennino bolognese


RICONOSCIMENTI

Attestato di buona pratica territoriale per un’Italia più sostenibile 2025 - ASviS


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