EVENTO

Finanziare la ricerca per la salute / 2025 • La salute circolare – con Ilaria Capua

3: Salute e benessere10: Ridurre le disuguaglianze12: Consumo e produzione responsabili13: Lotta contro il cambiamento climatico14: Vita sott'acqua15: Vita sulla Terra
Finanziare la ricerca per la salute.  Il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

PROGRAMMA COMPLETO

Torna all’Oratorio di San Filippo Neri l’appuntamento della Fondazione del Monte dedicato alla ricerca medica: quest’anno il tema sarà la salute circolare

Bologna, 10 aprile 2025 – La ricerca scientifica e tecnologica è uno dei quattro principali settori di intervento della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. I progetti finanziati riguardano principalmente la ricerca biomedica, con l’obiettivo di ottenere ricadute concrete sulla salute delle persone e sono sviluppati da ricercatrici e ricercatori di eccellenza che operano nei territori di Bologna e Ravenna, selezionati in base a linee guida riconosciute a livello nazionale.

Dal 2014, la Fondazione organizza l’iniziativa Finanziare la ricerca per la salute. Il contributo della Fondazione del Monte, una giornata dedicata alla ricerca medica, durante la quale vengono presentati alcuni dei progetti sostenuti nel campo della salute e della ricerca scientifica realizzati tra Bologna e Ravenna. I finanziamenti erogati dal 2014 hanno superato i 3,8 milioni di euro per progetti singoli e un milione destinato al supporto della realizzazione della Torre Biomedica sostenendo un totale di 155 progetti.

Quest’anno, il 10 aprile alle ore 17, all’Oratorio di San Filippo Neri, sono stati illustrati quattro progetti di ricerca finanziati, realizzati dall’Università di Bologna. All’incontro, moderato dalla giornalista Nicoletta Carbone (Radio 24), ha partecipato la virologa Ilaria Capua, Senior Fellow of Global Health alla Johns Hopkins University – SAIS Europe, con un intervento sul tema della salute circolare.

 

I PROGETTI

  • CONTAMINANTI AMBIENTALI EMERGENTI: MONITORAGGIO E RISCHI PER LA SALUTE

Compar-ER: contaminazione da composti perfluoroalchilici in latte materno in Emilia-Romagna

Responsabile del progetto: Giampiero Pagliuca | Gruppo di ricerca: Arianna Aceti, Teresa Gazzotti, Giacomo Depau, Anisa Bardhi, Andrea Barbarossa, Elisa Zironi, Federico Marchetti, Martina Ruscelli, Margherita Di Giampietro, Giulia Graziani, Luigi Tommaso Corvaglia, Giulia Rampazzo 

Relazione scientifica progetto

Le PFAS – sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche – sono composti chimici sintetici utilizzati dagli anni ’50 in una vasta gamma di prodotti di uso quotidiano, tra cui tessuti antimacchia, utensili da cucina antiaderenti, schiume antincendio, detergenti e imballaggi alimentari. Spesso chiamati ‘inquinanti eterni’, sono estremamente resistenti alla degradazione chimica e biologica, accumulandosi nell’ambiente e, di conseguenza, negli organismi viventi. Numerosi studi evidenziano potenziali effetti negativi sulla salute umana anche a basse concentrazioni di esposizione.

Lo studio COMPAR-ER (COntaMinazione da composti Perfluoroalchilici in latte mAtErno in Emilia-Romagna) ha analizzato i livelli di PFAS in 268 campioni di latte materno provenienti da donne residenti in Emilia-Romagna, suddivise in tre gruppi: madri di neonati a termine, madri di neonati prematuri e donatrici di latte. L’obiettivo principale era quantificare e confrontare le concentrazioni di 17 PFAS tra i diversi gruppi e tra due distinte aree geografiche della regione, quella di Bologna e quella di Ravenna.

I due principali e più diffusi composti della famiglia, PFOS e PFOA sono stati trovati nel 76% dei campioni, confermando un’esposizione diffusa. Sebbene l’assunzione giornaliera stimata di PFAS attraverso il latte materno rientri nei limiti indicati dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), le potenziali implicazioni a lungo termine per la salute dei neonati restano una preoccupazione. Tuttavia, i dati evidenziano che le politiche di riduzione delle sostanze chimiche persistenti stanno producendo effetti positivi, in linea con quanto osservato in altri Paesi europei.

Contaminanti ambientali emergenti: monitoraggio e valutazione della tossicità

Responsabile del progetto: Fabiana Morroni | Gruppo di ricerca: Giulia Sita, Agnese Graziosi, Camilla Corrieri, Luca Ghelli

Relazione scientifica progetto

 

Nell’ottica della salute circolare, che riconosce il legame inscindibile tra salute umana, ambientale e degli ecosistemi, l’esposizione ai contaminanti emergenti rappresenta una sfida crescente per la ricerca scientifica e le politiche sanitarie. Si tratta di sostanze chimiche di origine industriale, agricola e farmaceutica, tra cui gli interferenti endocrini (IE), capaci di alterare il sistema ormonale e influenzare processi fisiologici essenziali. Questi composti possono accumularsi nell’ambiente e, attraverso la catena alimentare e l’acqua potabile, raggiungere l’uomo, con potenziali effetti tossici a lungo termine.

Un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, coordinato da Fabiana Morroni, ha analizzato l’impatto di sei di queste sostanze su cellule nervose, rivelando come possano modificare l’espressione dei microRNA, piccole molecole di RNA che regolano l’attività dei geni e sono fondamentali per il corretto funzionamento delle cellule. Le alterazioni osservate coinvolgono percorsi cellulari chiave legati alla sopravvivenza e alla funzionalità neuronale. I risultati ottenuti rafforzano la necessità di strategie di monitoraggio e prevenzione per ridurre i rischi associati ai contaminanti emergenti. La loro identificazione precoce e la riduzione dell’esposizione, insieme a soluzioni innovative per la loro rimozione dall’ambiente, sono passi fondamentali verso un modello di sviluppo più sostenibile. Solo attraverso un approccio integrato che coinvolga ricerca scientifica, regolamentazione e sensibilizzazione pubblica sarà possibile tutelare la salute umana e la biodiversità, garantendo un futuro più sicuro per le prossime generazioni.

 

  • ESERCIZIO FISICO PER PREVENIRE IL DIABETE E L’IPERTENSIONE

Effetti della pratica costante dell’esercizio fisico nella prevenzione della disfunzione autonomica in donne in età peri- e post menopausale affette da prediabete e sindrome metabolica

Responsabile del progetto: Milena Raffi | Gruppo di ricerca: Maria Letizia Petroni, Alessandro Piras

Relazione scientifica progetto

La sindrome metabolica – che associa aumento del grasso addominale, ipertensione arteriosa, colesterolo/trigliceridi alti, prediabete/diabete – è una malattia in aumento, ma ancora sottodiagnosticata. Ha un elevato onere sanitario, sociale ed economico. Le donne ne sono affette in proporzione quasi doppia rispetto agli uomini, e gli anni cruciali per lo sviluppo di sindrome metabolica sono quelli che immediatamente precedono e seguono la menopausa.

Grazie al progetto finanziato dalla Fondazione del Monte è stato possibile studiare l’effetto di un programma di esercizio fisico – che includeva sia attività aerobica che di rinforzo muscolare – in donne bolognesi con prediabete in fase di transizione alla menopausa e post-menopausa.

Il progetto era specificamente diretto a donne con difficoltà economiche, che rappresentano un gruppo particolarmente vulnerabile in termini di rischio di perdita di salute ed insorgenza precoce di disabilità.

I risultati indicano che la pratica dell’esercizio fisico è stata in grado di diminuire i valori di pressione arteriosa, di aumentare sia la forza che la flessibilità muscolare e di ridurre o addirittura fare regredire lo stato di prediabete nella grande maggioranza delle partecipanti.

Dal momento che le donne a basso reddito hanno una ridotta durata di vita libera da disabilità, la dimostrazione che dare loro la possibilità di svolgere esercizio fisico presso le Palestre della Salute si traduce in un aumento della forza muscolare – che è inversamente correlata alla mortalità e al rischio di insorgenza di malattie croniche non trasmissibili – e nella riduzione di due primari fattori di rischio cardiometabolici, apre importantissime prospettive per la salute della popolazione bolognese e per la sostenibilità del Servizio Sanitario Regionale.

  • MITOCONDRI E TUMORI: NUOVE FRONTIERE NELLE TERAPIE MEDICHE

Dinamica mitocondriale nelle cellule tumorali: identificazione di nuovi target molecolari per strategie terapeutiche

Responsabile del progetto: Claudia Zanna | Gruppo di ricerca: Silvia Grillini, Simona Guida, Giacomo Venturelli, Riccardo Righetti, Alessandra Baracca | IRCCS Bellaria: Alessandra Maresca, Danara Ormanbekova, Claudio Fiorini, Leonardo Caporali

Relazione scientifica progetto

I tumori sono composti da popolazioni cellulari eterogenee con distinte caratteristiche molecolari e metaboliche. La riprogrammazione dei processi metabolici cellulari consente la sopravvivenza e la crescita delle cellule tumorali, caratterizzate da un’elevata richiesta di energia, necessaria per la replicazione cellulare.

I mitocondri sono importanti mediatori della tumorigenesi e della progressione del cancro, grazie alla loro flessibilità nell’adattarsi alle alterazioni cellulari e ambientali. Molte proteine mitocondriali sono coinvolte nella riprogrammazione dei processi metabolici con un’azione pro-oncogenica in differenti tumori.

La proteina mitocondriale IF1, interattore dell’ATP sintasi mitocondriale (enzima responsabile della produzione di ATP ovvero della nostra energia), è sovra-espressa in molti tumori e ha un ruolo centrale nelle cellule tumorali promuovendone la riprogrammazione metabolica, la proliferazione e la resistenza alla morte programmata della cellula (apoptosi).

I mitocondri sono interconnessi a formare un reticolo che occupa l’intera cellula; è una struttura definita ma plastica che cambia continuamente, attraverso eventi di fusione e frammentazione finemente bilanciati e regolati, in base alle esigenze metaboliche dell’organismo. Alterazioni della natura dinamica del reticolo mitocondriale contribuiscono a vari aspetti della progressione del cancro. Il reticolo mitocondriale deve frammentarsi durante la duplicazione cellulare per distribuire i mitocondri alle cellule figlie e pertanto la frammentazione supporta la proliferazione tumorale e la metastatizzazione. I mitocondri si devono fondere in un reticolo che genera l’energia necessaria per l’innesco del tumore.

L’obiettivo del progetto è di studiare le relazioni tra questi due fattori di accelerazione della patologia: alterazione dei processi di fusione e frammentazione dei mitocondri, fortemente implicati nei vari stadi di progressione tumorale, e la quantità ed attività di IF1, proteina pro-oncogenica altamente espressa nei tumori e coinvolta nella riprogrammazione metabolica tipica delle cellule tumorali.

La connessione che è emersa, in particolare attraverso analisi di trascrittomica, suggerisce che la modulazione combinata dei processi di fusione-frammentazione mitocondriale e dei livelli intracellulari di IF1, potrebbe aprire nuove frontiere per lo sviluppo di strategie terapeutiche mirate all’inibizione della progressione dei tumori.

 


Da giovedì 10.04.2025 a giovedì 10.04.2025
ore 17:00-19:00



Oratorio di S. Filippo Neri
Via Manzoni, 5 - Bologna

3: Salute e benessere10: Ridurre le disuguaglianze12: Consumo e produzione responsabili13: Lotta contro il cambiamento climatico14: Vita sott'acqua15: Vita sulla Terra
Finanziare la ricerca per la salute.  Il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

PROGRAMMA COMPLETO

Torna all’Oratorio di San Filippo Neri l’appuntamento della Fondazione del Monte dedicato alla ricerca medica: quest’anno il tema sarà la salute circolare

Bologna, 10 aprile 2025 – La ricerca scientifica e tecnologica è uno dei quattro principali settori di intervento della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. I progetti finanziati riguardano principalmente la ricerca biomedica, con l’obiettivo di ottenere ricadute concrete sulla salute delle persone e sono sviluppati da ricercatrici e ricercatori di eccellenza che operano nei territori di Bologna e Ravenna, selezionati in base a linee guida riconosciute a livello nazionale.

Dal 2014, la Fondazione organizza l’iniziativa Finanziare la ricerca per la salute. Il contributo della Fondazione del Monte, una giornata dedicata alla ricerca medica, durante la quale vengono presentati alcuni dei progetti sostenuti nel campo della salute e della ricerca scientifica realizzati tra Bologna e Ravenna. I finanziamenti erogati dal 2014 hanno superato i 3,8 milioni di euro per progetti singoli e un milione destinato al supporto della realizzazione della Torre Biomedica sostenendo un totale di 155 progetti.

Quest’anno, il 10 aprile alle ore 17, all’Oratorio di San Filippo Neri, sono stati illustrati quattro progetti di ricerca finanziati, realizzati dall’Università di Bologna. All’incontro, moderato dalla giornalista Nicoletta Carbone (Radio 24), ha partecipato la virologa Ilaria Capua, Senior Fellow of Global Health alla Johns Hopkins University – SAIS Europe, con un intervento sul tema della salute circolare.

 

I PROGETTI

  • CONTAMINANTI AMBIENTALI EMERGENTI: MONITORAGGIO E RISCHI PER LA SALUTE

Compar-ER: contaminazione da composti perfluoroalchilici in latte materno in Emilia-Romagna

Responsabile del progetto: Giampiero Pagliuca | Gruppo di ricerca: Arianna Aceti, Teresa Gazzotti, Giacomo Depau, Anisa Bardhi, Andrea Barbarossa, Elisa Zironi, Federico Marchetti, Martina Ruscelli, Margherita Di Giampietro, Giulia Graziani, Luigi Tommaso Corvaglia, Giulia Rampazzo 

Relazione scientifica progetto

Le PFAS – sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche – sono composti chimici sintetici utilizzati dagli anni ’50 in una vasta gamma di prodotti di uso quotidiano, tra cui tessuti antimacchia, utensili da cucina antiaderenti, schiume antincendio, detergenti e imballaggi alimentari. Spesso chiamati ‘inquinanti eterni’, sono estremamente resistenti alla degradazione chimica e biologica, accumulandosi nell’ambiente e, di conseguenza, negli organismi viventi. Numerosi studi evidenziano potenziali effetti negativi sulla salute umana anche a basse concentrazioni di esposizione.

Lo studio COMPAR-ER (COntaMinazione da composti Perfluoroalchilici in latte mAtErno in Emilia-Romagna) ha analizzato i livelli di PFAS in 268 campioni di latte materno provenienti da donne residenti in Emilia-Romagna, suddivise in tre gruppi: madri di neonati a termine, madri di neonati prematuri e donatrici di latte. L’obiettivo principale era quantificare e confrontare le concentrazioni di 17 PFAS tra i diversi gruppi e tra due distinte aree geografiche della regione, quella di Bologna e quella di Ravenna.

I due principali e più diffusi composti della famiglia, PFOS e PFOA sono stati trovati nel 76% dei campioni, confermando un’esposizione diffusa. Sebbene l’assunzione giornaliera stimata di PFAS attraverso il latte materno rientri nei limiti indicati dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), le potenziali implicazioni a lungo termine per la salute dei neonati restano una preoccupazione. Tuttavia, i dati evidenziano che le politiche di riduzione delle sostanze chimiche persistenti stanno producendo effetti positivi, in linea con quanto osservato in altri Paesi europei.

Contaminanti ambientali emergenti: monitoraggio e valutazione della tossicità

Responsabile del progetto: Fabiana Morroni | Gruppo di ricerca: Giulia Sita, Agnese Graziosi, Camilla Corrieri, Luca Ghelli

Relazione scientifica progetto

 

Nell’ottica della salute circolare, che riconosce il legame inscindibile tra salute umana, ambientale e degli ecosistemi, l’esposizione ai contaminanti emergenti rappresenta una sfida crescente per la ricerca scientifica e le politiche sanitarie. Si tratta di sostanze chimiche di origine industriale, agricola e farmaceutica, tra cui gli interferenti endocrini (IE), capaci di alterare il sistema ormonale e influenzare processi fisiologici essenziali. Questi composti possono accumularsi nell’ambiente e, attraverso la catena alimentare e l’acqua potabile, raggiungere l’uomo, con potenziali effetti tossici a lungo termine.

Un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, coordinato da Fabiana Morroni, ha analizzato l’impatto di sei di queste sostanze su cellule nervose, rivelando come possano modificare l’espressione dei microRNA, piccole molecole di RNA che regolano l’attività dei geni e sono fondamentali per il corretto funzionamento delle cellule. Le alterazioni osservate coinvolgono percorsi cellulari chiave legati alla sopravvivenza e alla funzionalità neuronale. I risultati ottenuti rafforzano la necessità di strategie di monitoraggio e prevenzione per ridurre i rischi associati ai contaminanti emergenti. La loro identificazione precoce e la riduzione dell’esposizione, insieme a soluzioni innovative per la loro rimozione dall’ambiente, sono passi fondamentali verso un modello di sviluppo più sostenibile. Solo attraverso un approccio integrato che coinvolga ricerca scientifica, regolamentazione e sensibilizzazione pubblica sarà possibile tutelare la salute umana e la biodiversità, garantendo un futuro più sicuro per le prossime generazioni.

 

  • ESERCIZIO FISICO PER PREVENIRE IL DIABETE E L’IPERTENSIONE

Effetti della pratica costante dell’esercizio fisico nella prevenzione della disfunzione autonomica in donne in età peri- e post menopausale affette da prediabete e sindrome metabolica

Responsabile del progetto: Milena Raffi | Gruppo di ricerca: Maria Letizia Petroni, Alessandro Piras

Relazione scientifica progetto

La sindrome metabolica – che associa aumento del grasso addominale, ipertensione arteriosa, colesterolo/trigliceridi alti, prediabete/diabete – è una malattia in aumento, ma ancora sottodiagnosticata. Ha un elevato onere sanitario, sociale ed economico. Le donne ne sono affette in proporzione quasi doppia rispetto agli uomini, e gli anni cruciali per lo sviluppo di sindrome metabolica sono quelli che immediatamente precedono e seguono la menopausa.

Grazie al progetto finanziato dalla Fondazione del Monte è stato possibile studiare l’effetto di un programma di esercizio fisico – che includeva sia attività aerobica che di rinforzo muscolare – in donne bolognesi con prediabete in fase di transizione alla menopausa e post-menopausa.

Il progetto era specificamente diretto a donne con difficoltà economiche, che rappresentano un gruppo particolarmente vulnerabile in termini di rischio di perdita di salute ed insorgenza precoce di disabilità.

I risultati indicano che la pratica dell’esercizio fisico è stata in grado di diminuire i valori di pressione arteriosa, di aumentare sia la forza che la flessibilità muscolare e di ridurre o addirittura fare regredire lo stato di prediabete nella grande maggioranza delle partecipanti.

Dal momento che le donne a basso reddito hanno una ridotta durata di vita libera da disabilità, la dimostrazione che dare loro la possibilità di svolgere esercizio fisico presso le Palestre della Salute si traduce in un aumento della forza muscolare – che è inversamente correlata alla mortalità e al rischio di insorgenza di malattie croniche non trasmissibili – e nella riduzione di due primari fattori di rischio cardiometabolici, apre importantissime prospettive per la salute della popolazione bolognese e per la sostenibilità del Servizio Sanitario Regionale.

  • MITOCONDRI E TUMORI: NUOVE FRONTIERE NELLE TERAPIE MEDICHE

Dinamica mitocondriale nelle cellule tumorali: identificazione di nuovi target molecolari per strategie terapeutiche

Responsabile del progetto: Claudia Zanna | Gruppo di ricerca: Silvia Grillini, Simona Guida, Giacomo Venturelli, Riccardo Righetti, Alessandra Baracca | IRCCS Bellaria: Alessandra Maresca, Danara Ormanbekova, Claudio Fiorini, Leonardo Caporali

Relazione scientifica progetto

I tumori sono composti da popolazioni cellulari eterogenee con distinte caratteristiche molecolari e metaboliche. La riprogrammazione dei processi metabolici cellulari consente la sopravvivenza e la crescita delle cellule tumorali, caratterizzate da un’elevata richiesta di energia, necessaria per la replicazione cellulare.

I mitocondri sono importanti mediatori della tumorigenesi e della progressione del cancro, grazie alla loro flessibilità nell’adattarsi alle alterazioni cellulari e ambientali. Molte proteine mitocondriali sono coinvolte nella riprogrammazione dei processi metabolici con un’azione pro-oncogenica in differenti tumori.

La proteina mitocondriale IF1, interattore dell’ATP sintasi mitocondriale (enzima responsabile della produzione di ATP ovvero della nostra energia), è sovra-espressa in molti tumori e ha un ruolo centrale nelle cellule tumorali promuovendone la riprogrammazione metabolica, la proliferazione e la resistenza alla morte programmata della cellula (apoptosi).

I mitocondri sono interconnessi a formare un reticolo che occupa l’intera cellula; è una struttura definita ma plastica che cambia continuamente, attraverso eventi di fusione e frammentazione finemente bilanciati e regolati, in base alle esigenze metaboliche dell’organismo. Alterazioni della natura dinamica del reticolo mitocondriale contribuiscono a vari aspetti della progressione del cancro. Il reticolo mitocondriale deve frammentarsi durante la duplicazione cellulare per distribuire i mitocondri alle cellule figlie e pertanto la frammentazione supporta la proliferazione tumorale e la metastatizzazione. I mitocondri si devono fondere in un reticolo che genera l’energia necessaria per l’innesco del tumore.

L’obiettivo del progetto è di studiare le relazioni tra questi due fattori di accelerazione della patologia: alterazione dei processi di fusione e frammentazione dei mitocondri, fortemente implicati nei vari stadi di progressione tumorale, e la quantità ed attività di IF1, proteina pro-oncogenica altamente espressa nei tumori e coinvolta nella riprogrammazione metabolica tipica delle cellule tumorali.

La connessione che è emersa, in particolare attraverso analisi di trascrittomica, suggerisce che la modulazione combinata dei processi di fusione-frammentazione mitocondriale e dei livelli intracellulari di IF1, potrebbe aprire nuove frontiere per lo sviluppo di strategie terapeutiche mirate all’inibizione della progressione dei tumori.

 


Da giovedì 10.04.2025 a giovedì 10.04.2025
ore 17:00-19:00


Oratorio di S. Filippo Neri
Via Manzoni, 5 - Bologna