Il Centro è stato istituito nel 2001 e si avvale di un Consiglio direttivo, composto da Mauro Carboni, Pietro Delcorno, Maria Giuseppina Muzzarelli e Vera Negri Zamagni, e di un Comitato scientifico, al quale partecipano Paola Avallone, Federica Boldrini, Rowan Dorin, Juan Vicente García Marsilla, Laura Righi, Tanja Skambraks e Nicholas Terpstra.

Questa struttura è unica in Italia e si propone come punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati alla storia dei Monti di Pietà e delle istituzioni di credito etico. Grazie al lavoro di ricerca svolto dal Centro, il portale Mons Pietatis censisce gli istituti di credito etico europei e ne descrive i patrimoni archivistici. Le attività del Centro, insieme alle notizie riguardanti i Monti di Pietà, sono pubblicate anche sulla pagina Facebook Mons Pietatis.


Obiettivi

Il Centro promuove ricerche, raccoglie materiale bibliografico, organizza incontri e iniziative per diffondere la conoscenza di questi organismi, scaturiti da una felice intuizione che i Minori Osservanti ebbero in pieno Quattrocento. Sono passati più di cinquecento anni, eppure alcune questioni di allora rimangono di grande attualità: etica e affari, sviluppo e compatibilità sociali, mercato equo e non profit.


Diffusione

Il Centro ha raccolto materiale documentario, storiografico e iconografico che testimonia la diffusione dei Monti di Pietà e del credito etico in Italia a partire dal tardo Medioevo, con una sezione dedicata alla schedatura dei Monti di Pietà in Italia e all’estero. Il Centro ha inoltre realizzato un inventario bibliografico delle opere italiane e straniere sull’argomento, consultabile in fondo a questa pagina, e ha acquisito copie dei lavori reperibili. Si è così costituita una piccola biblioteca specializzata, unica nel suo genere, a disposizione degli studiosi presso la sede del Centro.


Approfondimenti

I Monti di Pietà: le origini

di Maria Giuseppina Muzzarelli

Il primo Monte di Pietà è stato fondato a Perugia nel 1462 e i primi Monti sono stati in generale creati in Umbria e nelle Marche, in città di medie e piccole dimensioni, là dunque dove era forte la necessità di credito, scarsa la risposta di operatori cristiani a tale necessità e dunque ben visibile la presenza e la operatività ebraica. I Francescani, Minori Osservanti, che hanno ideato e diffuso questa istituzione, hanno assunto come modello operativo il banco ebraico e inteso sostituire a esso un istituto che operasse con fini solidaristici e senza scopo di lucro. Alcuni Monti chiesero fin dalle origini un rimborso delle spese (richiedevano un interesse pari circa al 5%), ma incontrarono difficoltà giacché fra i sostenitori dei Monti erano molti coloro che temevano che tale pur moderata richiesta fosse usuraria. Bernardino da Feltre, uno dei più capaci fondatori e sostenitori di Monti di Pietà, difese invece strenuamente la linea che voleva istituire Monti in grado di operare senza intaccare il capitale iniziale e caratterizzata da un modo di procedere razionale. La razionalità richiedeva anche un piccolo rimborso delle spese. A partire dal 1515 tutti i Monti assunsero questa linea di comportamento.

I Monti non prestavano a chiunque e non anticipavano qualsiasi somma: accettavano come clienti solo i residenti o chi abitava in alcune località delle vicinanze indicate negli Statuti e a essi consegnavano solo somme di entità piuttosto modesta che i clienti dovevano giurare di prendere per propria necessità e per usi moralmente ineccepibili. Per raccogliere il capitale iniziale venivano promosse, dopo prediche volte a motivare alla creazione dell’istituto, suggestive processioni alla fine delle quali tutti venivano chiamati a contribuire alla iniziativa. Spesso i Signori non si mostrarono favorevolissimi alla fondazione di un Monte giacché erano più che soddisfatti dei servizi dei banchieri ebrei, ma in generale finirono con l’accogliere l’idea della creazione di un simile istituto che rappresentava per molti versi una rottura con il passato. La rottura consisteva principalmente nell’affrontare direttamente, senza cioè delegare i non cristiani e senza infingimenti, i problemi del credito con finalità solidaristiche, ma anche adottando modalità parabancarie. In alcune città la creazione di un Monte di Pietà portò alla cessazione della relazione con i prestatori ebrei. In genere Monte e banco operarono fianco a fianco rivolgendo i loro servizi a clientele differenziate. Si registrano in molte città casi di collaborazione fra i due istituti.

I Monti di Pietà in età Moderna

di Massimo Fornasari

L’evoluzione dei Monti di Pietà in età moderna seguì linee originali, riconducibili alla diversità degli ambiti istituzionali ed economici in cui essi si trovarono a operare. Sebbene il tentativo di giungere alla determinazione di un unico modello organizzativo e gestionale sembri pertanto destinato a essere frustrato, è possibile indicare alcune linee comuni nell’evoluzione di tali istituti.

A partire dagli anni della Controriforma, quasi ovunque in Italia si giunse anzitutto a una ridefinizione del loro funzionamento, o attraverso la creazione di nuovi Monti accanto a quelli già operanti, oppure attraverso l’aggiornamento delle norme statutarie, nell’intento di renderli più efficienti nel perseguire i loro scopi istituzionali.

Accanto a tale tendenza se ne sviluppò un’altra in base alla quale i Monti affiancarono all’attività di prestito su pegno altre importanti funzioni, che in certi casi li trasformarono in organismi centrali della politica economica cittadina. Dal lato della raccolta i Monti di Pietà iniziarono ad accettare i depositi giudiziali e volontari, remunerati con un interesse, e in alcuni casi ad accendere censi passivi con privati; dal lato dell’attivo assai frequentemente concedevano prestiti alle magistrature cittadine, che dovevano fronteggiare spese straordinarie in occasione per esempio di crisi alimentari o di passaggi di truppe; accendevano mutui ipotecari con privati; dispensavano doti a fanciulle povere; svolgevano funzioni di tesoreria per conto degli istituti assistenziali operanti nella comunità.

Anche per tali motivi il governo dei Monti era ambito dai patriziati locali e in più di una circostanza gli ufficiali preposti al loro controllo si macchiarono di abusi amministrativi e illeciti finanziari. Frequenti furono inoltre le dispute giurisdizionali che opposero i loro dirigenti e amministratori ai Vescovi, cui spettava, secondo i canoni del Concilio di Trento, la supervisione dell’istituto. Si trattava di sviluppi che ne testimoniavano la vitalità e ne scandirono l’evoluzione verso un modello di vero e proprio “banco pubblico”.

Questa evoluzione fu interrotta quasi ovunque in Italia dall’arrivo, nell’estate del 1796, dei Francesi che informati delle ricchezze contenute nei loro forzieri li spoliarono “per diritto di conquista”. La successiva, rapida ricostituzione dei Monti, se rappresenta la testimonianza più eloquente della loro indispensabile funzione di erogatori di prestito al consumo a miti tassi di interesse, non consentì tuttavia di riportarli alla complessità istituzionale assunta per gran parte dell’età moderna.

I Monti di Pietà tra Otto e Novecento

di Massimo Fornasari

La “spoliazione napoleonica” rappresentò per la quasi totalità dei Monti di Pietà della penisola una formidabile e drammatica cesura nella loro plurisecolare evoluzione.

Da un punto di vista funzionale essi non furono più in grado di recuperare la complessità di compiti che erano venuti svolgendo in età moderna; da un punto di vista istituzionale essi persero l’autonomia amministrativa, venendo raggruppati nelle Congregazioni di carità napoleoniche, istituite con un provvedimento del 1807. Questo provvedimento doveva in realtà risultare temporaneo, perché nel corso della successiva età della Restaurazione i Monti di Pietà riacquistarono quasi ovunque l’autonomia: segno inequivocabile che la loro azione, per quanto ridotta quasi esclusivamente all’esercizio del credito pignoratizio, non veniva percepita alla stregua di un intervento meramente assistenziale.

Ma nel corso del primo Ottocento nuovi e potenti concorrenti si affacciarono sul mercato del credito: tra essi un ruolo di rilievo, per la forte carica etica che ne animava l’originaria ispirazione, fu assunto dalle Casse di Risparmio, le quali propugnavano valori di previdenza e educazione al risparmio in parte ereditati dagli stessi Monti di Pietà, con i quali condividevano la lotta all’usura.

Fu forse per effetto di questi mutamenti che dopo l’Unificazione i Monti di Pietà vennero assimilati a enti assistenziali, disciplinati dalla legge del 1862 sulle Opere pie, e nuovamente concentrati nelle Congregazioni di Carità previste dalla normativa sull’assistenza del nuovo Regno. A questo stato di cose cercarono di reagire gli amministratori dei principali Monti di Pietà, i quali dettero vita a un vero e proprio gruppo di pressione che, costituitosi in Associazione, portò, nel 1898, all’approvazione di un provvedimento che riconosceva la loro duplice natura di istituti di beneficenza e di credito.

Tale provvedimento ne rilanciò in parte le attività di raccolta e di prestito, costituendo la premessa necessaria per i due successivi atti legislativi approvati tra le due guerre: il primo, del 1923, operò una distinzione tra i Monti di prima e seconda categoria, attribuendo ai primi la natura di istituti di credito e assimilandoli alle Casse di Risparmio; il secondo, risalente al 1938, ribattezzò i Monti di Pietà col termine di Monti di credito su pegno, e provvide a disciplinare l’attività di quelli di seconda categoria. In questo modo la storia dei Monti di Pietà si rinnovava e, almeno in parte, si adeguava alle mutate condizioni economiche e sociali del nostro paese.

Monti in Emilia-Romagna

a cura di Mauro Carboni

In Emilia-Romagna si riscontra una diffusione capillare di Monti di Pietà e di Monti frumentari, la cui presenza è complessivamente attestata in 92 località. A differenza dei Monti di Pietà, che concedevano piccoli prestiti su pegno a tasso moderato, i Monti frumentari concedevano anticipi di cereali e/o di farina (talora anche di farina di castagno) ai bisognosi. I primi risultano più diffusi nelle comunità di medie e grandi dimensioni mentre i secondi sono più frequenti nei piccoli centri e nelle comunità rurali.

La diffusione dei Monti di Pietà è avvenuta nell’area emiliano-romagnola a partire dagli anni Settanta del Quattrocento, con la fondazione dei Monti di Pietà a Montefiore Conca (1471) e a Bologna (1473). Fra 1473 e 1512 la fondazione dei Monti di Pietà ha investito tutti i principali centri della regione, per poi estendersi a gran parte delle comunità minori nel corso del Cinquecento e del Seicento. Più lenta è stata invece la fortuna dei Monti frumentari che hanno spesso conosciuto una diffusione tardiva, con molte fondazioni concentrate nel corso del Settecento e dell’Ottocento. Nel complesso sono 92 le località della regione che risultano aver ospitato Monti di Pietà e/o Monti frumentari. I Monti di Pietà sono documentati in 68 località, mentre la presenza di Monti frumentari è attestata in 46. In 24 località risultano presenti entrambi gli istituti.

All’ubiquità di queste istituzioni non corrisponde un corredo di studi e di conoscenze altrettanto capillari. Se si escludono i Monti delle comunità maggiori, di molti istituti non abbiamo che notizie frammentarie. Spesso si trovano sintetiche informazioni sulla fondazione, ma poco o nulla risulta del concreto operare dei singoli enti e del rapporto con il contesto economico e sociale in cui erano inseriti. In altri casi è documentata l’esistenza ma tutto il resto rimane incerto. Per diversi Monti non si hanno neppure notizie precise sul periodo di effettiva operatività e sulla consistenza del patrimonio archivistico.

La frammentazione politica e amministrativa che ha caratterizzato la nostra regione fino al 1860 ha reso più difficoltosa la ricostruzione di un quadro esaustivo. Il censimento con schede storico-bibliografiche e archivistiche presentato al link è basato prevalentemente su informazioni desunte da saggi e monografie dedicate ai Monti, da studi di erudizione locale, da dizionari corografici e da statistiche delle Opere Pie e dei Monti di Pietà redatte fra il 1861 e il 1896, nonché sulle notizie ricavabali dai database archivistici nazionali e delle Soprintendenze archivistiche.

10 novembre 2023: incontro a Ravenna I Monti di Pietà come impegno morale e civile. Interpretare il tema a Ravenna; maggiori informazioni qui

22 settembre 2023: in occasione del Festival Francescano conferenza dal titolo Tra sogno e regola: 550 anni del Monte di Bologna (1473-2023); maggiori informazioni qui

16-19 maggio 2023: celebrazioni per i 550 anni della fondazione del Monte di Pietà di Bologna; il programma delle celebrazioni e la presentazione dell’opera Ostrakon realizzata per questa occasione sono disponibili qui

7-8 novembre 2022: convegno internazionale Mobilizing Money for the Public Good; il programma del convegno è pubblicato qui; la pubblicazione degli atti è prevista all’inizio del 2024.

13-16 giugno 2022: PIMo Training School Moving Goods for Charity Across the Mediterranean (15th-19th centuries); alcuni spunti di riflessione derivati dalla training school disponibili qui

24-27 giugno 2019: summer school Far quadrare i conti. Contabilità e amministrazione negli antichi Monti di Pietà, nei luoghi pii e nelle istituzioni civiche / Balancing the books. Administration and bookkeeping in premodern charitable and civic agencies; cronaca della summer school qui

24 settembre 2016: giornata di studi Tra perdono e solidarietà. Le origini dei Monti di Pietà e la predicazione francescana

28-29 aprile 2016: convegno internazionale Politiche di misericordia. Fare il bene tra medioevo e prima età moderna

12 febbraio 2016: secondo workshop Storie di frodi. Intacchi, malversazioni e furti all’interno di Monti di Pietà e istituti caritatevoli tra XIV e XIX secolo

28 maggio 2015: primo workshop Storie di frodi. Intacchi, malversazioni e furti all’interno di Monti di Pietà e istituti caritatevoli tra XIV e XIX secolo

28 giugno 2013: giornata di studi Monti frumentari e altre forme di credito non monetari fra medioevo ed età contemporanea

26 marzo 2013: conferenza di Shunji Oguro Shichiya Il prestito su pegno nella storia moderna giapponese

13-14 settembre 2012: convegno internazionale Reti di credito

23 novembre 2011 conferenza di Antonio Andreoni La microfinanza al bivio: dalla storia il futuro

17 maggio 2011: conferenza di Juan García Marsilla La conquista di una dote. Donne, credito e carità. Casi a confronto nell’Europa mediterranea

26 gennaio 2010: conferenza di Giovanni Ricci Prigionieri dei Turchi. Il riscatto degli schiavi a Ferrara nel Settecento

7-8 maggio 2009: convegno internazionale L’iconografia della solidarietà

6 maggio 2009: conferenza di Paolo Prodi Settimo non rubare. Furto e mercato nella storia dell’Occidente

2009: conferenza di Raffaella Sarti Oggetti in viaggio fra Oriente e Occidente

2008: conferenza di Fabrizio Lollini È più facile che un cammello… il denaro le sue raffigurazioni, il suo uso e la produzione artistica tra XII e XV secolo

2008: seminario di studi Pegni e credito su pegno

9 maggio 2007: conferenza di Alberto Grohmann Forme assistenziali nelle città medievali

5 febbraio 2007: conferenzadi Massimo Ferretti Immagini per accompagnare alla morte. Testimonianza artistiche bolognesi sulla cura dei Confortatori

2007: conferenza di Mauro Carboni Forme della carità a Bologna in età moderna

22 novembre 2006: conferenza di Giovanni Ricci Il colore dell’imbarazzo. L’assistenza ai poveri vergognosi

15 marzo 2006: conferenza di Andrea Emiliani La pietà nell’arte

12 ottobre 2005: conferenza di Paolo Prodi Settimo non rubare: dall’economia di sussistenza al credito

28 settembre 2005: giornata di studi I conti dei Monti

  1. Sacri recinti del credito. Sedi e storie dei Monti di Pietà in Emilia-Romagna, a cura di Mauro Carboni, Maria Giuseppina Muzzarelli e Vera Zamagni (Marsilio, 2005)
  2. Nelle Bisacce di Bernardino da Feltre, di Saverio Amadori (Ed. Compositori, 2006)
  3. Creare il credito e arginare i rischi. Il sistema finanziario tra nobiltà e miserie del capitalismo italiano, di Giuseppe Conti (il Mulino, 2007)
  4. La vita del Beato Bernardino da Feltre di Bernardino Guslino, a cura di Ippolita Checcoli (Editrice Compositori, 2008)
  5. L’usuraio onorato. Credito e potere a Bologna in età comunale, di Massimo Giansante (il Mulino, 2008)
  6. Fluent ad eum omnes gentes. Il Monte delle Sette Opere della Misericordia di Napoli nel Seicento, di Daniele Casanova (CLUEB, 2008)
  7. I Monti di Pietà fra teoria e prassi. Quattro casi esemplari: Urbino, Cremona, Rovigo e Messina, a cura di Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli (CLUEB, 2009)
  8. I conti dei Monti. Teoria e pratica amministrativa nei Monti di Pietà fra medioevo ed età moderna, a cura di Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli (Marsilio, 2009)
  9. Un’economia di famiglia. Strategie patrimoniali e prestigio sociale degli Aldrovandi di Bologna (secoli XVII-XVIII), di Matteo Troilo (il Mulino, 2010)
  10. L’iconografia della solidarietà. La mediazione delle immagini (secoli XIII-XVIII), a cura di Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli (Marsilio, 2011)
  11. In Pegno. Oggetti in transito tra valore d’uso e valore di scambio (secoli XIII-XX), a cura di Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli (il Mulino, 2012)
  12. Il credito disciplinato: il Monte di Pietà di Bologna in età barocca, di Mauro Carboni (il Mulino, 2014)
  13. Reti di credito: circuiti informali, impropri, nascosti (secoli XIII-XIX), a cura di Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli (il Mulino, 2014)
  14. I primi statuti del Monte di Pietà di Bologna (1514-1576), a cura di Armando Antonelli (il Mulino, 2014)
  15. I Monti frumentari e le forme di credito non monetarie tra medioevo ed età contemporanea, a cura di Ippolita Checcoli (il Mulino, 2015)
  16. Storie di frodi: intacchi, malversazioni e furti nei Monti di Pietà e negli istituti caritatevoli tra medioevo ed età moderna, a cura di Laura Righi (il Mulino, 2017)
  17. Politiche di misericordia tra teoria e prassi: confraternite, ospedali e Monti di Pietà (XIII-XVI secolo), a cura di Pietro Delcorno (il Mulino, 2018)
  18. Credito e Monti di Pietà tra medioevo ed età moderna: un bilancio storiografico, a cura di Pietro Delcorno e Irene Zavattero (il Mulino, 2020)
  19. Oltre la carità: donatori, istituzioni e comunità fra medioevo ed età contemporanea, a cura di Mauro Carboni e Edward Loss (il Mulino, 2021)
  20. Mobilizing Money for the Common Good. The Social Dimension of Credit (14th-19th century), a cura di Mauro Carboni e Pietro Delcorno (il Mulino, 2024)

Nel corso della sua attività il Centro ha costituito una piccola biblioteca specializzata, unica nel suo genere. Il materiale raccolto può essere consultato su appuntamento dagli studiosi interessati presso la sede del Centro (via delle Donzelle 2). Le richieste di consultazione possono essere inoltrate all’email centromonti@fondazionedelmonte.it

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