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We Have a Dream

Fino al 22 luglio a Ravenna si svolge la 29esima edizione di Ravenna Festival, che con il titolo We Have a Dream ricorda Martin Luther King, simbolo della lotta per i diritti civili: a 50 anni dalla sua morte, le sue parole offrono l’occasione per una polifonia di suggestioni che da un lato scorre nella sezione “Nelle vene dell’America” e dall’altro celebra nella sezione “Il canto ritrovato della cetra” la resilienza della musica. Da sempre tra i sogni che il festival ha saputo sognare, il ponte di fratellanza di “Le vie dell’amicizia” raggiunge quest’anno Kiev; a Ravenna Riccardo Muti dirigerà inoltre l’Orchestra del Maggio nel Macbeth in forma di concerto.

Sostenuto da Fondazione del Monte, il festival diretto da Cristina Mazzavillani Muri, Franco Masotti e Angelo Nicastro porta sul podio anche Wayne Marshall, Valery Gergiev, Dennis Russel Davies, David Fray e James Conlon. La sezione danza vede il ritorno di Bill T. Jones ed Emio Greco con due lavori in prima nazionale (rispettivamente A Letter to My Nephew e Apparizione). Nel calendario spiccano anche il musical di Cole Porter Kiss Me Kate e gli omaggi a Leonard Bernstein nel centenario della nascita e al minimalismo di Riley, Glass e Reich.

Ospiti d’eccezione il poliedrico rocker d’avanguardia David Byrne dei Talking Heads e il fondatore dei Sonic Youth Thurston Moore, quest’ultimo all’interno dell’invasione delle 100 chitarre elettriche, omaggio allo strumento principe della popular music. Un altro strumento – la cetra – è invece simbolo della capacità della musica di trovare le ragioni e la forza di rigenerarsi anche di fronte alla disillusione delle avanguardie e ai regimi dispotici: in questa sezione trovano spazio autori quali Alfred Schittke, Arvo Pärt e Valentin Silvestrov, cui sarà dedicato un percorso monografico che include il concerto dell’Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina. E mentre il coro The Sixteen si esibirà in un concerto intitolato al salmo Super flumina Babylonis che lamenta l’esilio del popolo ebraico (da cui il riferimento alla cetra), Lo splendore di Aleppo ricorda la città siriana vittima della guerra nel repertorio musicale delle comunità siro-cristiana, armena, musulmana e giudaica. A L’arte della fuga di J. S. Bach sarà invece dedicato il concerto di Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone.

La XXIX edizione di Ravenna Festival è inoltre ricca di appuntamenti a teatro: dalla Napoli di L’amica geniale, nuova creazione di Fanny & Alexander, e di Tango glaciale di Mario Martone, riallestito nell’ambito del progetto RiC.Ci; al confronto con il punto di vista islamico in Lettere a Nour di Rachid Benzine, prima nazionale con Franco Branciaroli, e in Maryam portato in scena da Teatro delle Albe su testo di Luca Doninelli nell’interpretazione di Ermanna Montanari; fino all’Antigone di Sofocle riletta da Elena Bucci e Marco Sgrosso (Le Belle Bandiere). Anche quest’anno un doppio appuntamento quotidiano attende il pubblico ai Chiostri francescani, con l’omaggio a Dante delle 11, e alla basilica di San Vitale, con i Vespri delle 19.

Per informazioni e programma completo: www.ravennafestival.org