Vetralla

Scheda tecnica

Vetralla

Vetralla
di F. Lazzari

 

Data istituzione Monte di pietà: 1521
Fondatore : Comunità della Terra di Vetralla

Scheda storica

Vetralla fu elevata a rango di “civitas” solamente nel 1783, quando ottenne il titolo da Pio VI. Prima di allora, come Terra di Vetralla, era stata assoggettata a diversi signori feudali quali gli Orsini, i Di Vico, gli Anguillara e i Farnese. Durante il governatorato di Carlo Ariosto di Ferrara, esattamente il 21 ottobre del 1521, venne eretto il Sacro Monte di pietà “per togliere l’usura privata dei molti ebrei che sono nella Terra e per sovvenire ai poveri ed ai miserabili del detto luogo”. Il libro del Monte, che apriva con una invocazione di protezione “In nomine D.ni nostri Iesu Xristi: ad laudem et gloriam Onnipotentis Dei: SS. Virginia Mariae, S. Hippoliti Vetrallae protectoris”, fu rogato da “Domenico Notaro et amministratore”.

Esso fu istituito dalla Comunità di Vetralla e approvato dall’Ariosto in rappresentanza “del Rev.mo Padre il Card. Medici perpetuo Signore della detta Terra e protettore della Communità”. In qualità di depositari del Monte, i Conservatori del Comune consegnarono al notaro Giovanni Domenico 200 ducati “in oro, argento et quattrini”. Vennero anche redatti 44 capitoli su pergamena che dovevano regolare il buon funzionamento del Monte. Nel “libro delle Imprestanze” furono accuratamente registrati prestiti, depositi e riscatti. La prima operazione fu registrata ancora prima dell’approvazione ufficiale, il “die 7 Ianuari 1521” a nome di Ieronimo di Caprarola che impegnò una tazza de argiento de peso de once octo per ducati uno e baiocchi 50.

Il Monte non sopravvisse a lungo. Le operazioni registrate, infatti, non vanno oltre il 1544. La cessazione delle attività fu dovuta molto probabilmente alle vertenze economiche che il Comune ebbe con la famiglia Cybo che nel frattempo aveva acquisito la signoria di queste terre. Il Serafini riporta che “per aver campo i Vetrallesi di spedire queste liti depositorno i ducati trentacinquemila [?] che pretendeva il Cybo, quali furono levati dal Monte della Pietà che all’hora vi era”. Un secondo infruttuoso tentativo di ricostituzione venne tentato solamente agli inizi del Settecento quando fu richiesto alla Congregazione del Buon Governo di poter vendere parte del grano del Monte Frumentario ed istituire con la somma ricavata un Monte di pietà. La domanda fu favorevolmente accolta. Una apposita Commissione elaborò quindici articoli preceduti da una presentazione giustificativa.

Nonostante le deliberazioni e i buoni propositi della Comunità, il Monte di pietà non entrò in funzione giacché ancora nel 1717 il Governatore Generale di Viterbo, Mons Pilastri, scriveva al Commissario di Vetralla lamentando il ritardo e raccomandando l’attuazione del progetto di erezione del Monte con il capitale di scudi 1.500 ricavato dalla vendita delle 300 rubbie di grano.

Note bibliografiche e Riferimenti archivistici

A. SCRIATTOLI, Vetralla : pagine di storia municipale e cittadina da documenti di archivio, Vetralla, Tipografia Gerardi e Alessandrini, 1971, p. 217