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In restauro un dipinto di Anna Maria Sirani

C’è anche un “San Martino” di Anna Maria Sirani, sorella e allieva della più celebre Elisabetta, tra le opere in via di restauro grazie al progetto “Sostegno ai saperi e alle tecniche artistiche”, interamente ideato e sostenuto dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. L’olio su tela proviene dalla chiesa di San Martino a Medesano, una frazione di Medicina. “È l’unica opera documentata di questa pittrice – spiega il responsabile scientifico del progetto Angelo Mazza, storico dell’arte e ispettore onorario del ministero dei Beni culturali –. L’ossidazione l’aveva resa quasi illeggibile”. Un restauro necessario, che aggiunge un tassello allo studio della scuola bolognese del Seicento che fu anche straordinaria officina di artiste donne.

Avviato nel 2012 e ora alla conclusione della sua seconda triennalità, il progetto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna ha un duplice obiettivo: salvare un patrimonio artistico quasi dimenticato, ridando contemporaneamente linfa alle attività artigianali del settore del restauro, strette dalla riduzione delle commesse da parte degli enti pubblici. “Fino a oggi, con un investimento di circa 50mila euro all’anno, 27 dipinti sono stati riportati al loro antico splendore – dice la presidente della Fondazione del Monte, Giusella Finocchiaro –. Ma c’è un altro aspetto importante: con questo progetto permettiamo che le tecniche del restauro non vadano perse e, fra l’altro, gran parte dei laboratori della nostra rete sono gestiti da donne”.

Nel corso del primo triennio del progetto è stata ricostruita la storia di una pala, di cui si era persa memoria, conservata senza più attribuzione presso la Pinacoteca di Bologna. Grazie a una fotografia trovata in un cassetto dell’ufficio Catalogo della Soprintendenza, si è riusciti a rintracciarne la provenienza. È una “Madonna del Carmine” di Michele Desubleo, pittore fiammingo allievo di Guido Reni, che operò in Italia nel Seicento. Prima della seconda Guerra mondiale, il quadro era in una chiesa a Massa Lombarda. La chiesa venne bombardata, alcuni quadri andarono distrutti e l’opera di Desubleo fu portata a Bologna affinché venisse riparata, ma venne dimenticata per 70 anni. Restaurata nel laboratorio di Adele Pompili, è stata riconsegnata al Comune di Massa Lombarda, legittimo proprietario, e riposta nella sua collocazione originaria.

Per questo nuovo triennio sono state scelte 12 opere, sconosciute o quasi. Angelo Mazza ha coordinato la selezione: “Abbiamo un dipinto di Bartolomeo Cesi (Bologna, 1556 – Bologna, 1629), una ‘Madonna col Bambino, San Giovanni Evangelista, San Giuseppe e San Giovannino’, che si trovava nella chiesa di Santa Maria della Scaletta a Imola e ora è nel laboratorio di Elisa Stefanini. Non è in condizioni disastrose, ma necessita di un restauro che ne valorizzi la lettura, avvilita da ossidazioni e ridipinture. Era considerato degli ultimi anni del Settecento o dei primi dell’Ottocento. In realtà è proprio un’opera che Cesi realizzò per un medico di Imola, come lo stesso artista scrisse in un taccuino”.

L’olio su tela di Anna Maria Sirani è affidato alle cure di Beatrice Miserocchi. La restauratrice Cornelia Prassler interverrà invece su due piccoli dipinti. Uno di questi è pieno di lacerazioni: è “La predica di un Santo”, probabilmente di San Paolo. L’autore potrebbe essere Girolamo Negri detto il Boccia, che operò alla fine del Seicento.  Il quadro è in condizioni pessime e proviene dal convento dei Cappuccini di Porretta Terme. Presumibilmente dello stesso autore un dipinto su tavola di piccolo formato, “Padre eterno benedicente”, trovato nella soffitta della canonica a Quarto inferiore.

Le altre 8 opere sono in fase di restauro nei laboratori di: Elisa Mattei, Elena Dalle Donne e Maria Laura Petruzzellis; Francesca Girotti; Patrizia Moro; Nicola Giordani.