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I nuovi appuntamenti con il Festival 20 30

Giunge alla sua seconda e ultima fase al LabOratorio di San Filippo Neri la terza edizione del Festival 20 30, curato da Kepler-452 con la direzione artistica di Nicola Borghesi. La manifestazione, testimonianza dell’impegno artistico della generazione che va dai 20 ai 30 anni, ha un titolo emblematico: ‘Non supereremo mai questa fase’. Ovvero: come possono i ragazzi entrare nell’età adulta senza perdere lungo la strada il tesoro di identità individuale che li ha resi diversi? L’impianto del Festival vede giovani compagnie teatrali avvicendarsi portando in scena ciascuna il suo spettacolo, anticipato da un laboratorio gratuito aperto ai giovani del territorio. Ogni laboratorio si conclude con una prova aperta sul palcoscenico, a margine dello spettacolo della compagnia.
Dopo le serate del 13 e 14 novembre si riprende venerdì 25 con L’inferno dei viventi, esito di un laboratorio che Kepler-452 ha tenuto l’estate scorsa nell’ambito del Ravenna Festival. Il finale di laboratorio, che ha debuttato sulla tomba di Dante, verrà riallestito nell’Oratorio di San Filippo Neri, occupandone l’intero spazio. Frutto di un percorso laboratoriale durato dieci giorni in cui si sono incontrati attori professionisti, non professionisti, scenografi, tutti under 30, lo spettacolo esplora l’inferno personale di ciascuno dei partecipanti partendo dalle suggestioni della Commedia di Dante. La domanda cui si tenta di rispondere è: qual è la parte di noi che non cambia mai? A partire dall’immaginario infernale di ciascuno, la Compagnia ha messo mano a viti, trapani, legno costruendo, metaforicamente e fisicamente, gli spazi infernali, rendendoli abitabili, divisi tra le suggestioni della Commedia e le nostre personali ossessioni.

Sabato 26 alle 21 Solo Piano un concerto di Giovanni Truppi con un finale di laboratorio a cura de Lo Stato Sociale. Di che cosa parla veramente una canzone? Si scrivono, tutti i giorni, quasi da sole. Per parlare di sé, per mettersi a nudo, per nascondersi. Una band che non è del tutto una band, in un festival di teatro che non è solamente di teatro, tiene un seminario che non è veramente un seminario assieme a un cantautore che non è un cantautore. Poche cose resteranno davvero come sono. Qualche canzone, qualche voce, un po’ di musica e una maniera in più per giocare su un palco e trovare la propria voce.

Chiude il Festival, domenica 26 alle 21, il debutto del nuovo spettacolo di Kepler-452 che vede in scena, oltre a Paola Aiello, Giuseppe Attanasio e Nicola Borghesi, che firma anche regia e drammaturgia, Giuliano e Annalisa Bianchi, una famiglia sgomberata da una casa colonica di proprietà del Comune di Bologna in cui hanno vissuto trent’anni. La Compagnia è partita da una domanda: quali sono i giardini dei ciliegi, oggi, a Bologna? Quali sono i luoghi dell’anima, importanti per qualcuno, scomparsi per motivi economici? La ricerca prodotta intorno a questa domanda ha portato all’incontro tra la compagnia e la storia della famiglia Bianchi, così simile a quella di Ljuba, Gaiev e Firse, del Giardino dei ciliegi di Cechov. Mentre gli attori di Kepler-452 metteranno in scena la storia della casa e dello sgombero dei Bianchi, questi ultimi vestiranno i panni dei personaggi di Cechov.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. 

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