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Giornate FAI di Primavera

Un’alta frequenza di pubblico e una calda giornata di sole hanno reso le Giornate FAI di Primavera a Ravenna un evento di grande successo. Tante le persone che nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 marzo si sono assiepate fuori dalla storica Biblioteca Classense in attesa di essere condotti alla scoperta del suo patrimonio artistico.
I visitatori sono stati accolti anche dai volontari FAI d’origine straniera del programma Arte un Ponte tra Culture, il corso sulla storia dell’arte per i cittadini di origine straniera.
Questo progetto, realizzato dalla Presidenza del FAI Emilia Romagna, dall’ Associazione Amici del FAI con il contributo della Fondazione del Monte, vuole favorire la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita culturale italiana e aumentare la loro conoscenza del patrimonio storico e artistico, per accrescere in loro il senso di appartenenza alla comunità e favorire l’inclusione sociale. L’idea d’inserire nell’annuale appuntamento di primavera delle visite guidate in diverse lingue è nata nel 2008 a Brescia, dopo aver rilevato l’assenza di persone d’origine straniera durante le Giornate FAI.

Il corso di quest’anno si svolge a Ravenna, coinvolge 27 persone e si concluderà a maggio. Prevede un periodo di formazione in aula sulla storia dell’arte italiana e, successivamente, delle visite guidate sul territorio, organizzate dai partecipanti, nella loro lingua madre, e rivolte alla loro comunità di appartenenza.

L’anno scorso Arte un Ponte tra Culture si svolgeva a Bologna. Albana Temali, di origine albanese, era tra i partecipanti, ci ha raccontato la sua esperienza

Il corso prevede otto lezioni in aula, durante le quali i partecipanti vengono formati, con focus specifici, sulla storia dell’arte della regione. I volontari di origine straniera potranno poi dedicarsi alle visite guidate, occupandosi di tutto: dall’organizzazione pratica della visita al coinvolgimento dei propri connazionali.
Il corso, oltre a darci nozioni sui beni storici e artistici della città, è stato anche un momento di conoscenza tra noi partecipanti. I tanti temi trattati toccavano molto da vicino anche il nostro stato di cittadini immigrati in terra straniera e questo ha favorito un maggiore scambio anche tra le diverse culture che erano presenti”, precisa Albana Temali.

Anche la scelta del luogo da visitare è completamente affidata ai partecipanti. Ognuno, infatti, può concentrarsi sul sito artistico che maggiormente lo rappresenta o che sente vicino alla sua cultura di origine.
“Ho scelto di fare un percorso che partisse dal compianto in Santa Maria della Vita e arrivasse in piazza San Domenico, passando per la Biblioteca dell’Archiginnasio. Il gruppo scultoreo di Niccolò dall’Arca con le sue facce espressive e forti, ricorda molto la sofferenza umana. Associo quel dolore a il dolore che abbimo provato nel lasciare la nostra terra di origine”. Come spiega Albana Temali scoprire le ricchezze e l’arte della città in cui si vive è la chiave per integrarsi e sentirsi davvero cittadini italiani. 

Una volta terminato il corso, ai partecipanti viene rilasciato un attestato di mediatori interculturali, con l’auspicio che possano continuare nella loro missione di ambasciatori di arte e cultura. “Questa esperienza è stata unica. E’ stata un’occasione per conoscerci e un momento di scambio culturale reciproco. Una conoscenza dentro la conoscenza”.
Riuscire a coinvolgere e appassionare i propri connazionali e vedere lo stupore sui loro volti mentre scoprono le opere d’arte in città è la conquista più grande: “Spero di aver acceso la scintilla per spingerli a continuare ad approfondire la storia dell’arte di Bologna, perché anche questo è un modo per sentirsi a casa e non più solo degli ospiti”.
Albana non ha smesso di studiare la storia dell’arte italiana e continua ancora ad organizzare dei percorsi culturali per i suoi connazionali 


Mariagiovanna Caccialupi è la coordinatrice del progetto FAI. Ecco la sua presentazione del progetto

E’ un momento di riflessione per gli altri sulla nostra storia, ma anche un’occasione per noi per conoscere la loro cultura. Quando visitiamo insieme una chiesa o una particolare opera d’arte ci confrontiamo sui loro usi, su come loro vivono la vita e sul tema della morte”. E’ questo il ponte che si crea, secondo Mariagiovanna Caccialupi, tra la cultura italiana e le altre culture ed è un momento fondamentale e prezioso di confronto e scambio interculturale.

Capita spesso, infatti, che durante le lezioni in aula i partecipanti riconoscano nelle opere che sono presentate e descritte alcuni riferimenti e legami con la loro tradizione artistica e culturale. “In una delle lezioni abbiamo analizzato alcuni reperti dell’epoca villanoviana di Bologna e un ragazzo peruviano ha alzato la mano per dirci che in realtà il vaso che stavamo guardando in foto apparteneva alla tradizione scultorea della civiltà pre – incas. E in effetti è vero: due opere di due epoche diverse completamente sovrapponibili”.

In “Arte un ponte tra culture”, come spiega Mariagiovanna Caccialupi, si riscopre che nel corso dei secoli le culture si sono incrociate, mescolandosi. 

Le lontananze culturali si affievoliscono e trovano un punto di incontro nello studio delle tradizioni culturali e artistiche. “La riflessione che si fa nel corso è a tutto tondo. Ci soffermiamo sui grandi temi della vita e analizziamo la rappresentazione nelle diverse culture. Non esiste più un noi e loro. Tutto diventa astratto. Questa è la grande forza dell’arte”, conclude Caccialupi. 

Per informazioni: amicidelfai@fondoambiente.it

foto ©FAI – Fondo Ambiente Italiano